Giovedì 12 gennaio nella palestra della Scuola Secondaria di I grado di Sant’Antonino si è svolta un’attività interessante, organizzata per i ragazzi delle classi terze.
La proposta progetto era giunta agli inizi di dicembre all’insegnante di inglese Vannini Manuela da parte della rappresentante del Comitato Acqua Pubblica Torino che da qualche anno partecipa all’iniziativa Walk for Water della nostra Scuola. Stavolta non per parlare d’acqua, ma per sottoporre alla nostra attenzione un film in lingua francese che l’associazione ATTAC TORINO di cui fa anche parte, ha tradotto i sottotitoli in italiano e che parla della Resistenza delle donne curde in Rojava dal titolo “ Kurdistan, donne in guerra “.
Il film, della durata di 54 minuti, è molto bello e nonostante affronti il tema della guerra, al centro ci sono i valori e i principi di queste donne che cercano una società più giusta, pacifica, rispettosa dell’ambiente basata sulla parità di genere ( tanto che in Rojava esistono le figure dei co-sindaci, un uomo e una donna, e in ogni momento assembleare, ci si assicura che ci sia una rappresentanza dei generi e all’interno dei generi, dei giovani).
"Libertà, donne, democrazia!". Questi, sostanzialmente, gli ideali di cui si fanno portavoce le comunità autorganizzate curde che dal 2014 stanno resistendo alle aggressioni dello stato islamico dell’Isis e del governo turco, in particolare nella regione del Kurdistan siriano di Rojava. Il Kurdistan è un vasto altopiano situato nel Medio Oriente e più precisamente nella parte settentrionale e nord-orientale della Mesopotamia. Il Kurdistan è una nazione ma non uno Stato con confini politici riconosciuti dalla Comunità internazionale.
A parlarne, subito dopo la proiezione del film, è Ezel, giovane donna curda, trapiantata in Italia da diversi anni, dai lunghi capelli neri e dallo sguardo profondo.
Ezel è rappresentante dell’UKI, Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia ( UKI-Onlus ) e a soli 13 anni è stata imprigionata dal Governo turco per il suo impegno per l’indipendenza del suo popolo.
Nella sua famiglia, racconta, lei e i suoi fratelli (ben nove!), hanno cercato di combattere contro le imposizioni e le prepotenze del governo turco, come gran parte dei curdi. “Giunta in questo Paese, ho voluto acquisire un diploma, perché l’istruzione è fondamentale per poter far valere i propri diritti e riuscire a spiegare le proprie idee “, spiega Ezel che ora è una giovane donna vivace ed appassionata.
L’iniziativa ha rappresentato un insegnamento importantissimo e un momento di confronto per i nostri ragazzi.
da Segreteria
del lunedì, 06 marzo 2017